Chi siamo
Un po’ di storia…
Tutto iniziò nel lontano settembre del 1983.
In quel tempo la Parrocchia cittadina della Cittadella gestiva una struttura ubicata in via Sant’Anna appartenuta in precedenza all’Istituto San Vincenzo de’ Paoli, Ente da sempre in prima linea nell’accogliere orfani e quanti versano in uno stato di indigenza. Il caseggiato, composto da ampie stanze, si trovava in una condizione di temporaneo inutilizzo, nell’attesa di essere ceduto a titolo definitivo alla Coca Cola, la cui proprietà confinava con l’Istituto. Esistevano pertanto le premesse ideali per predisporre in una zona sicuramente tranquilla (allora poteva considerarsi così…) lezioni di ginnastica -indirizzati a ragazzi, adulti e anziani- con un solo denominatore comune: la corretta motricità nelle sue diverse modalità accomunata alla salvaguardia della colonna vertebrale.
Dopo l’accordo con i parroci che nel giro di qualche mese si avvicendarono, Padre Bianconi e Padre Montemaggi, cominciò l’attività che si presentò non esente da inconvenienti perchè non si poteva contare su esperienze pregresse realizzate nelle vicinanze da chi doveva gestire i corsi. Le speranze di richiamare futuri clienti erano riposte esclusivamente nel passaparola di amici e parenti e nel grande interesse dimostrato per il progetto dal Dott. Giampaolo Pirondini. Questo medico di base, che esercitava la professione in un ambulatorio vicino all’Istituto, fu fra i pochi nel suo campo -se non l’unico- a credere in quell’epoca nell’azione benefica del movimento finalizzato, tanto da consigliarlo vivamente ai pazienti bisognosi.
Negli anni successivi, come è facile immaginare, non mancarono i momenti costellati di problematicità, in primis l’eccezionale nevicata del gennaio del 1985. Il particolare evento atmosferico determinò, oltre alla paralisi dell’intera città, la rottura dell’impianto di riscaldamento dell’edificio, un duro colpo che fece barcollare il morale dei soci fondatori e mise in discussione la stessa sopravvivenza del neonato sodalizio. Superata la fase di smarrimento, si riuscì a riprendere, non senza disagi, con l’ausilio di stufe a kerosene, confidando nella rapida comparsa di un clima più mite.
Nel 1987 l’ora del commiato con l’amata sede: le ruspe durante l’estate avviarono i lavori di demolizione del fabbricato. Quasi contestualmente arrivò una meravigliosa notizia: si venne a sapere che all’interno della Società Sportiva “La Fratellanza” di via Piazza vi erano due palestre sfruttate prevalentemente al mattino dalle scuole ma abbastanza libere nel pomeriggio. L’occasione per proseguire con la pratica motoria, che ormai aveva preso piede a Modena, poteva concretizzarsi. La palestra più piccola dello stabile si prefigurava come il luogo giusto: piano terra più o meno di 150 mq, soffitto alto, spogliatoi maschili e femminili provvisti di docce, dotazioni di sicurezza in regola con le normative vigenti -che frattanto si erano fatte più severe- e, aspetto non secondario, nessuna preoccupazione legata alla temperatura ambientale.
L’attività ebbe modo, dunque, di andare avanti; numerosi clienti -talvolta bizzarri- vennero tesserati in circa 40 anni di servizio; tale tenacia, per un circolo ristretto come questo, rappresenta il fiore all’occhiello nonchè un record nel panorama associativo nazionale.
Nel corso del 2020/21 anche la pandemia di Covid-19 ha provato a bloccarci, ma invano. All’interno dei locali, nel periodo in cui si potevano svolgere le lezioni con limitazioni, sono stati attuati tutti gli accorgimenti che l’emergenza imponeva. La susseguente transitoria chiusura ha fatto sì che venissero organizzate specifiche proposte on line e, parallelamente, esercitazioni nel verde del parco Ferrari, quando la stagione lo permetteva.
Le situazioni di difficoltà ci hanno fatto comprendere la necessità di moltiplicare gli sforzi a vantaggio dei nostri iscritti. Al riguardo costituisce motivo di orgoglio verificare che ad oggi siano con noi delle socie, ora certamente invecchiate, che iniziarono il percorso molto tempo fa a “Sant’Anna”, ma ancora in possesso di una energia invidiabile. Le abbiamo viste evolvere: alcune di esse giunsero adolescenti, altre da madri divennero nonne, talune adesso perfino bisnonne…
L’ultimo pensiero, chiaramente non in ordine di importanza, non può che rivolgersi a coloro -e sono diventati purtroppo tanti- che non ci sono più, qualcuno ci ha lasciato da giovanissimo. Vogliamo pensare che in cielo essi continuino a far ginnastica con il medesimo impegno che ha contraddistinto la loro frequenza in palestra, magari coinvolgendo anche quei nuovi amici che evidenziarono scarsa attitudine motoria nella vita terrena.
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